BARI - A 14 anni dai fatti il Tribunale di Bari ha assolto «perché il fatto non sussiste» l’imprenditore 67enne barese Gino Carlone, imputato per usura. Nel processo, iniziato nel 2016, Carlone era accusato di aver prestato 130mila euro in tre tranche, tra l’agosto 2008 e il maggio 2010, pretendendo la restituzione di 12mila euro in contanti e di un appartamento del valore di oltre 320mila euro, con un tasso usuraio calcolato fino al 382% dalla Procura, che aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione. I giudici hanno ritenuto insussistenti le accuse, assolvendo l’imputato, assistito dagli avvocati Angelo Loizzi e Roberto Eustachio Sisto (studio FPS), e disponendo la restituzione degli immobili sottoposti anni fa a sequestro.

«La somma in questione - ha sostenuto la difesa - va ricondotta non già al presunto prestito usurario quanto, piuttosto, all’esistenza di pregressi rapporti commerciali assolutamente leciti» con il denunciante «iniziati negli anni precedenti». Nel dispositivo della sentenza, le cui motivazioni si conosceranno tra novanta giorni, i giudici hanno anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti eventuali responsabilità della parte offesa per le dichiarazioni rese nel processo.