I presunti falsi incidenti risalivano al 2016 ma la compagnia assicurativa ha formalizzato la querela solo nel 2019. Per questo il Tribunale di Bari, nella prima udienza su presunte truffe alle assicurazioni per sinistri stradali simulati, ha prosciolto i tre imputati «perché l’azione penale non poteva essere esercitata per tardiva presentazione della querela».
Il processo vedeva alla sbarra tre persone: il 40enne barese Michele Leonetti, difeso dall’avvocato Donato Colucci (Leonetti fu arrestato anni fa per un’altra vicenda di presunte truffe assicurative e racket della prostituzione, nell’ambito della quale ha patteggiato la pena a 4 anni e 10 mesi di reclusione, che sta attualmente scontando agli arresti domiciliari), due donne ex famigliari di Leonetti, una difesa da Vincenzo Rubino e l’altra dagli avvocati Giuseppe Mari e Roberto Eustachio Sisto (Studio FPS).
I tre rispondevano a vario titolo di tre truffe: «un inesistente sinistro mai avvenuto» a Modugno il 23 dicembre 2016 tra l’auto di Leonetti e un furgone, con lesioni false certificate da una struttura sanitaria di lui l’imputato era legale rappresentante; un incidente fasullo mai avvenuto a Cassano il 25 luglio 2016 tra due macchine; un incidente tra due auto mai avvenuto a Bitonto il 10 dicembre 2016.
Le lettere di messa di mora dei pretesi risarcimenti risalgono tutte ai primi mesi del 2017. L’assicurazione, però, ha formalizzato la querela solo a maggio 2019, più di due anni dopo. La giudice Angelica Passarella ha condiviso l’eccezione degli avvocati Mari e Sisto (alla quale si sono poi associati gli altri due) che ha rilevato, tra le altre cose, come nel 2017 la compagnia assicurativa avesse già «piena consapevolezza della elevata sinistrosità di Leonetti», tanto è vero che nella banca dati della stessa compagnia risultavano «negli ultimi 5 anni, dal 2017 a ritroso, ben 31 sinistri nei quali era risultato coinvolto, 15 come responsabile e 16 come danneggiato».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno