Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, a seguito di denuncia esposta da due ex coniugi romani per diffamazione aggravata, ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di Gero Grassi. La vicenda nasce da una intervista rilasciata dall'ex parlamentare Gero Grassi nella quale lo stesso ipotizzava, sulla base degli esiti degli accertamenti della Seconda Commissione Moro, che la vera prigione di Moro non sia stata in via Montalcini, ma in via Massimi, a Roma, e che i due denuncianti potessero essere stati tra i suoi carcerieri. 

La commissione aveva accertato che i due querelanti avevano ospitato nella loro abitazione di via Massimi il brigatista Prospero Gallinari, protagonista dell’eccidio di via Fani e del rapimento di Moro, il quale aveva con sé una borsa contenente armi. In particolare il Gip, anche in accoglimento delle argomentazioni dell'avvocato Roberto Eustachio Sisto, difensore di Gero Grassi, ha ritenuto che le sue affermazioni fossero "il sunto, ricco certamente di valutazioni soggettive, di un insieme di documenti e fatti emersi nel corso dell’istruttoria della Commissione". 

Il giudice infine ha sottolineato come "la vicenda del rapimento e dell’omicidio Moro è una delle pagine più buie della storia della Repubblica e qualsiasi elemento di valutazione appare del tutto pubblicabile ai fini di arricchire il dibattito pubblico, dovendo prevalere il superiore interesse alla conoscenza da parte dei cittadini, tutti, di possibili alternative e aggiuntive ricostruzioni di una pagina tanto dolorosa per la storia del Paese".

"Ringrazio la magistratura per aver scritto una pagina di verità storica. Grazie inoltre all’avvocato Roberto Eustachio Sisto per la qualità della difesa, calibrata, tra le diverse argomentazioni, anche sull’interesse collettivo del Paese a conoscere la verità del fatto più increscioso della storia della Repubblica. La positiva conclusione della vicenda non può che costituire uno stimolo, non solo per il sottoscritto, a continuare il lavoro di ricerca e divulgazione storica", ha detto lo stesso Grassi.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno.it