Il Tribunale del Riesame di Bari ha annullato il sequestro preventivo, disponendo la restituzione di tutti i beni per quasi 40 milioni di euro - 10 impianti fotovoltaici a Gravina in Puglia oltre a immobili e denaro di 37 persone fisiche e 6 società, tutte indagate, a vario titolo, per i reati di falso aggravato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche - eseguito l’11 settembre scorso nella cosiddetta «operazione Prometeo».

I giudici hanno accolto - tra gli altri - i ricorsi presentati, sia dagli avvocati Michele Laforgia, Alessandro Dello Russo (Polis Avvocati) e Andrea Sticchi Damiani, per alcuni indagati, sia dagli avvocati Francesco Paolo Sisto (studio FPS), Rino Vendola e Riccardo Olivo due società della provincia di Bari, Gravina Power e I Girasoli facendo ottenere solo in questo caso la restituzione di beni per circa 8 milioni di euro. Analogo provvedimento per l'imprenditore edile Domenico Roma e gli ingegneri Francesco Pace e Luigi Giglio, assistiti dall'avv. Lorenzo Vendola.

Secondo la Procura di Bari, le due holding Telmo di Bergamo e Ghella di Roma, riconducibili ai principali indagati, "incarnavano una cabina di regia unitaria, in grado di agire secondo un protocollo operativo comune" attraverso la "conclusione di accordi con imprenditori e professionisti del posto destinati al ruolo di soci in affari", come ipotizzato per le societa' di Gravina, "e referenti sul territorio per i rapporti, spesso di natura illecita, con esponenti delle amministrazioni locali e con i proprietari dei terreni".

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno.it