Per Marco Jacobini, l’ex presidente della Banca popolare di Bari, il Tribunale del Riesame di Bari dovrà rivalutare la sussistenza delle esigenze cautelari. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso dei difensori dell’indagato, nell’ambito del procedimento relativo alla gestione dell'istituto di credito barese, che ha portato nel gennaio scorso al suo arresto. Dopo quella misura ne è seguita un'altra lo scorso settembre per bancarotta.
Attualmente l’ex presidente della Popolare di Bari è sottoposto alla misura del divieto di dimora nel comune di Bari e all’interdizione per 12 mesi, dopo che nel luglio scorso il Riesame aveva revocato gli arresti domiciliari sostituendoli con quelle misure. Poi il gip di Bari per il caso del crack Fusillo ha emesso un altro provvedimento di interdizione.
I difensori, gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Giorgio Antoci, avevano impugnato la decisione sostenendo “la mancanza dei presupposti per il mantenimento di ogni misura”, non avendo ormai l’indagato alcun rapporto con la banca dopo il commissariamento. Ora la Cassazione, accogliendo il loro ricorso, ha annullato con rinvio quell’ordinanza. “Di seguito all’intervento del giudice di legittimità – commentando i legali – il Tribunale del Riesame dovrà pertanto nuovamente vagliare la vicenda”. Nell’ambito di questo procedimento, Marco Jacobini è a processo dinanzi al Tribunale di Bari con il figlio Gianluca, ex condirettore generale della banca, per i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.