InnovaPuglia non avrebbe potuto escludere i romani di Althea Italia da due lotti della gara per la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali di Asl, Policlinico di Bari e Riuniti di Foggia in cui si era classificata al secondo posto e in cui la vincitrice, la ex Tecnologie Sanitarie oggi ribattezzata Polvgon, era già stata esclusa tre anni fa. Lo ha stabilito il Tar di Bari (Seconda sezione, presidente Adamo, relatore Serlenga), scrivendo un nuovo capitolo di un pasticcio che si trascina da anni.

Il contratto da 20 milioni è infatti tuttora affidato alla Polygon, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che l'altra società romana Tecnologie Sanitarie aveva perso i requisiti per firmare il contratto in quanto nel 2020 era stata coinvolta in un'indagine sulla sanità siciliana che aveva portato all'arresto del legale rappresentante. A febbraio scorso un provvedimento di InnovaPuglia ha però stabilito che nemmeno Althea possedeva i requisiti, sia per via di un'altra indagine a suo carico sia per «grave illecito professionale» rilevato dalla stazione appaltante.

Il Tar ha accolto il ricorso della Althea (avvocati Saverio Sticchi Damiani e Roberto Eustachio Sisto) annullando l'esclusione. «Althea - hanno scritto i giudici - non è stata destinataria d una sanzione amministrativa interdittiva (...) bensì di una misura cautelare interdittiva: misura cautelare peraltro sospesa dopo soli quattro giorni dalla sua adozione (il 27 ottobre 2022) e definitivamente revocata il 5 dicembre successivo».

Quanto agli altri motivi di esclusione, secondo il Tar «la stazione appaltante sembra essersi limitata ad una mera enunciazione delle vicende, talora anche irrilevanti, della vita professionale della ricorrente, fondando su tale elenco il giudizio di inaffidabilità gravata, senza alcuna valutazione dell'incidenza in concreto».

InnovaPuglia dovrà ora valutare se fare appello o se, invece, procedere ad escludere Polygon e far subentrare Althea. La Regione fa sapere che segue da vicino l'evolversi della vicenda.


Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno